
Tutti i corpi che hanno una temperatura superiore al zero assoluto (-273.15 °C) emettono radiazione elettromagnetica in base alla propria temperatura; dalla misura della radiazione emessa da un corpo può quindi essere ricavata la sua temperatura senza alcun contatto.
La termografia sfrutta la capacità di alcuni dispositivi di rivelare l’intensità della radiazione nella zona termica dello spettro elettromagnetico, cioè una regione dell’infrarosso. Nell’approssimazione che un corpo reale sia un perfetto corpo nero, cioè un perfetto emettitore di radiazione, è quindi possibile dedurre la sua temperatura dalla misura della radiazione emessa.
Quindi la termocamera è uno strumento che rileva la radiazione elettromagnetica emessa da ogni punto dell’oggetto e la rappresenta in un’immagine. La termografia infrarossa è quindi una tecnica di misura della temperatura superficiale dei corpi.
La termovisione quale mezzo di diagnosi predittiva e non invasiva presenta un vasto campo di applicazioni. Per esempio in ambito industriale ed elettrico per la manutenzione di quadri ed impianti, in ambito idraulico per l’individuazione di perdite, in campo meccanico per individuare aumenti di calore associabili ad anomalie al sistema.
La Termografia nel Fotovoltaico

La termografia ad infrarossi è estremamente importante per la corretta manutenzione del fotovoltaico tanto da essere indicata nella norma (IEC61215 e IEC61646) come strumento per eseguire l’ ispezione e la manutenzione negli impianti fotovoltaici.
Un analisi termografica è estremamente utile per tutti i componenti dell’impianto come quadri elettrici, trasformatori, inverter e moduli fotovoltaici. È possibile identificare difetti nelle connessioni tra celle e diodi di protezione, individuare problemi di connessione tra cavi e connettori, morsetti allentati e parti elettriche in genere soggette a problemi di surriscaldamento.
La termografia non solo è in grado di fornire rapporti per la verifica e riparazione dei moduli interessati ma può fornire una visione storica dell’evoluzione dei difetti localizzati. Uno dei problemi dei moduli sono i punti caldi o “hot spot”, vale a dire celle difettose che si surriscaldano. Come sappiamo l’incremento della temperatura dei moduli influenza in modo negativo la resa, con un calo della produzione di energia elettrica della cella difettosa e di quelle adiacenti, fino ad influenzare l’intero pannello e addirittura la stringa.

Grazie a strumenti come la termocamera si riducono i tempi ed i costi di manutenzione e allo stesso tempo si riescono ad individuare anomalie difficilmente visibili ad occhio nudo, che se trascurate possono portare a conseguenze poco piacevoli e pericolose come incendi di moduli e trasformatori. Si riescono a prevenire danni irreparabili all’impianto e a ridurre al minimo le perdite economiche derivanti dalla mancata produzione dovuta a fermi impianto per guasti o in caso di molte celle o pannelli guasti.
Quindi un analisi termografica dell’impianto fotovoltaico entra di diritto nelle operazioni necessarie nella manutenzione, da effettuare almeno ogni due anni ma consigliata una volta all’anno in concomitanza con la manutenzione ordinaria.